IL PROBLEMA

L’impermeabilizzazione delle strutture interrate rappresenta un problema non trascurabile nel campo dell’ingegneria delle fondazioni.
L’acqua può provocare il precoce ammaloramento delle opere sia per effetto fisico, dovuto alla penetrazione nel supporto, sia per il degrado di tipo chimico; l’acqua infatti normalmente si presenta come soluzione salina di agenti chimici che possono interagire ed intaccare la matrice cementizia dei manufatti.
In ogni caso il risultato finale è il deterioramento ed il danneggiamento non previsto delle strutture, sia in termini di resistenza statica, sia di funzionalità dell’opera. Risulta pertanto, requisito fondamentale per le strutture interrate una corretta impermeabilizzazione che assicuri, durante l’intera vita dell’opera, la completa rispondenza alle variabili di esercizio.

LA SOLUZIONE

Una prima analisi delle possibili soluzioni per l’impermeabilizzazione di strutture interrate porta alla distinzione tra “sistemi passivi”, che si limitano esclusivamente ad assolvere la funzione di barriera ostacolando il contatto struttura/fluido e “sistemi attivi” in grado di interagire con il fluido stesso, inibendo le possibili vie di infiltrazione anche in avanzato stato di esercizio dell’opera. Appartengono a questa seconda categoria le barriere geosintetiche bentonitiche.

Un geo composito bentonitico può essere definito come una barriera idraulica costituita da uno strato di bentonite a bassa permeabilità, supportato mediante geotessili o geo membrane, assemblati con differenti principi.
Si può pensare al “geo composito bentonitico” come ad un contenitore di bentonite; la bentonite costituisce la matrice impermeabilizzante ed i geotessili di contenimento l’elemento di protezione che conferisce resistenza meccanica al sistema barriera.

CLAYTEX: Tappeto impermeabilizzante a base di bentonite sodica
Il tappeto CLAYTEX è costituito da due geotessili permeabili assemblati in modo tale da ospitare, al loro interno, bentonite sodica granulare ad elevato tenore di montmorillonite (maggiore del 95%).

CARATTERISTICHE GENERALI

Sigillante naturale attivato dall’acqua, auto sigillante; teli di protezione porosi per consentire un’idratazione veloce; strato di bentonite continuo e uniforme flessibile, resistente agli attacchi biologici ed ambientali; non invecchia nel tempo.

APPLICAZIONI

Questo sistema consente un’impermeabilizzazione ad elevata sicurezza di costruzione sotto quota. Dopo l’applicazione dei tappeti alle strutture si procede al reinterro ed alla compattazione del materiale di riempimento (sabbia) al fine di confinare CLAYTEX contro il supporto. Quando il tappeto aderisce ad una struttura ed un confinato da materiali di riempimento, la pressione di quest’ultimo impedisce alla bentonite di espandersi totalmente determinando la formazione di un gel colloso, consistente, impermeabile all’acqua e auto sigillante. In presenza di fessurazioni o deformazioni della struttura protetta da CLAYTEX, il potenziale di espansione residuo della bentonite fa sì che quest’ultima possa espandersi ulteriormente, anche dopo anni dalla posa, sigillando cavità di ampiezza sino a 3 mm.

PREPARAZIONE DEL SUPPORTO

Le superfici delle pareti devono essere prive di protuberanze e cavità. I fori dei distanziatori dei casseri, le riprese di getto e i nidi di ghiaia, devono essere sigillati con malte antiritiro della Linea REPAR di Azichem srl, o cementi osmotici della Linea OSMOCEM di Azichem srl o con compositi a base di bentonite di sodio CLAYGRAN.

INSTALLAZIONE DEI TAPPETI SULLE SUPERFICI ORIZZONTALI

Nel caso che CLAYTEX venga applicato direttamente sul terreno o al di sotto di solette strutturali, il substrato deve essere ben compatto e composto da materiale naturale fine ed omogeneo. In caso contrario risulterà utile, quando non indispensabile, uno strato di calcestruzzo di 7 – 8 cm di spessore.
La faccia che risulta più scura alla vista, va lasciata rivolta verso l’alto.
Man mano che il tappeto CLAYTEX viene posato e chiodato sul substrato di calcestruzzo, lo stesso deve essere ricoperto di un ulteriore strato di calcestruzzo di 5 – 6 cm al fine di evitare possibili danneggiamenti causati dalla pioggia improvvisa o dalla posa dell’armatura della soletta successiva.

INSTALLAZIONE DEI TAPPETI SULLE SUPERFICI VERTICALI

I tappeti vanno applicati sulle superfici verticali partendo dal basso.
Ogni tappeto “piccolo” di CLAYTEX ha una dimensione di 1,20 x 5,00 metri ed è quindi facilmente applicabile usando chiodi d’acciaio per muratura da 5 – 6 cm e rondelle di plastica o materiali simili adatti allo scopo. La faccia che risulta più scura alla vista, va lasciata rivolta verso l’esterno.
La fila di tappeti più bassa deve essere risvoltata attorno alla base della fondazione ed aderire il più possibile agli angoli interni, ove possibile, preliminarmente arrotondati, mediante sgusci costruiti con la malta cementizia, bicomponente, osmotica OSMOCEM RD di Azichem srl.
Tutti i tappeti adiacenti devono sovrapporsi per almeno 5 cm. Le file di tappeti successive alla prima devono essere applicate avendo cura di sfasare le congiunzioni verticali. CLAYTEX non richiede ulteriori protezioni. Se la situazione lo consente il materiale di riempimento (sabbia) deve essere opportunamente addossato ai tappeti, in strati successivi di altezza massima di cm. 60 – 80, correttamente compattato e possibilmente inumidito. Se non si può eseguire subito il reinterro, il film di plastica scura può costituire una protezione temporanea contro le precipitazioni atmosferiche.
Il sistema CLAYTEX, di facile applicazione richiede una minima preparazione delle superfici. Non è richiesto primer di sottofondo; si può posare sul calcestruzzo fresco, anche se sporco o polveroso; non sono richiesti teli, tessuti o altri materiali di protezione; l’incidenza di posa è compatibile con la maggior parte dei sistemi di drenaggio; non esistono restrizioni per quanto riguarda la temperatura di applicazione.

LIMITAZIONI E PRECAUZIONI

I tappeti CLAYTEX non possono essere installati su tetti, tunnel o piattaforme strutturali, in mancanza di un’adeguata ricopertura di protezione, rappresentata da almeno cm 20 di calcestruzzo o cm 50 di terreno.
I tappeti debbono essere protetti dalla pioggia e dall’acqua di qualsiasi provenienza, per esempio con teli di polietilene, sino alla posa del materiale di reinterro o contrasto. Ove si verificassero danneggiamenti, conseguenti ad abbondanti precipitazioni atmosferiche intervenute prima dell’adozione dei mezzi di protezione, le parti danneggiate e/o rigonfiate dovranno essere sostituite, al fine di ricreare la corretta continuità dell’impermeabilizzazione.
In presenza di terreni con elevati contenuti di sali, così come di acidi o di alcali, si dovrà provvedere al prelievo di adeguati campioni del terreno, da inviare al laboratorio AZICHEM per l’analisi e l’eventuale predisposizione di specifiche istruzioni di installazione dei tappeti CLAYTEX.
Per l’installazione su murature di mattoni o blocchi di cemento è necessario provvedere all’intonacatura preliminare delle superfici di contatto, con malte di sabbia e cemento.